Curare il tuo Giardino Interiore è un compito che dura una vita intera

Il tuo mondo interiore è un giardino che, proprio come quello fisico, ha bisogno di equilibrio, di attenzione, di pazienza, di cura amorevole e, soprattutto, di disponibilità a vedere ed accettare quello che c’è senza resistenza.

Giardino interiore

Una riflessione sul giardinaggio interiore

Molto tempo fa ho trovato su internet un testo intitolato Inner gardening, a reflection scritto da una donna che si chiama Debra Bloom. Non so dirti chi sia questa donna perché la ricerca di qualche sua informazione biografica è stata del tutto infruttuosa (anche il suo testo originale in inglese, trovato nel sito www.spiritofmaat.com, non c’è più).

Le sue parole, però, mi sono risuonate profondamente, tanto che le ho riportate anche nell’introduzione del mio percorso Il Giardino che Sono in cui uso la metafora del giardino e del giardinaggio come mezzo per aiutarti ad esplorare la tua interiorità e il tuo modo di essere.

Ti riporto, qui di seguito, la mia traduzione delle bellissime parole di Debra (i neretti sono miei):

Nel silenzio, sento la mia voce. Nella calma, vedo il mio volto. Nel santuario del mio giardino interiore, sento il mio cuore.

Nel mio giardino interiore, l’aria si riempie del dolce aroma delle mie vittorie e dei miei successi. I miei occhi sono abbagliati dalla delicata fioritura di relazioni e alleanze che mi portano forza e gioia. Cammino sul fertile suolo – scuro, ricco e umido – pronto a portare avanti una nuova vita.

Ma ci sono anche pietre e radici testarde. Tempeste minacciano delicati fiori. Ci sono erbacce con cui lottare. La mia impazienza e la mia insicurezza alimentano la loro crescita, la mia rabbia mi aggroviglia in mezzo a loro, la mia tristezza mi culla nella rassegnazione alla loro zelante proliferazione.

Appena mi occupo dei compiti del giardiniere – arare, seminare, diserbare e raccogliere – a volte lotto perché non ho gli strumenti adatti. O è che sto ancora imparando a maneggiare i miei strumenti con fiducia e grazia?

Costruisco muri di pietra, o li abbatto quando inciampo e compio un passo falso, sentendomi confusa mentre colpisco una massa rocciosa. Io canto per le piantine. Quando mai cresceranno? Ci sono giorni in cui gli spaventapasseri nel mio giardino fanno il loro lavoro così bene che esito ad entrare attraverso i miei stessi cancelli! E come mai questi spaventapasseri sembrano tutti un po’ come me?

Sto imparando a rivendicare la generosità del raccolto i cui frutti ho coltivato attraverso i miei pensieri, le mie parole, i miei desideri e le mie paure. Devo rivendicare tutti questi frutti – fiori ed erbacce allo stesso modo – perché tutti hanno le loro radici nel mio cuore. Ho nutrito sia i sogni che i dubbi. Ho eretto muri e ho scavato sentieri ben usati.

E come giardiniera di questo posto più caro, questo giardino interiore, sto imparando ad assumermi la responsabilità per la sua condizione e a considerare come avrei potuto scegliere di piantarlo in modo diverso. Forse cambierò la sua forma e il suo aspetto. Forse, semplicemente, mi impegnerò per prendermi più cura di lui.

Quello che sto anche imparando nel mio giardino è che devo essere gentile con me stessa e devo apprezzare il ritmo della mia crescita personale. Proprio come il giardiniere non può convincere una pianta a fiorire prima del tempo o a diventare qualcosa di diverso da ciò che è stato contenuto così perfettamente e completamente all’interno del suo seme, così sto imparando ad estendermi ogni giorno un po’ di più verso la luce del sole e più in profondità nella terra, sapendo che mi sto dispiegando verso un maestoso splendore, un magnifico petalo alla volta.

Arriva un momento nella vita - più o meno tardi, per ciascuno di noi - in cui la priorità diventa quella di coltivare il proprio giardino interiore, ararlo in profondità, coglierne i nuovi frutti.

Psicogiardinaggio Pratico

innaffia questo seme di consapevolezza

La Natura, con i suoi ritmi e i suoi cicli, si presta molto bene a fungere da specchio a ciò che succede dentro di te e, in questo senso, la metafora della cura del giardino rappresenta un ottimo strumento per iniziare a familiarizzare con la tua dimensione interiore e a riflettere con profondità sulla tua vita. Le varie fasi che si attuano quando ti occupi di un giardino, infatti, ti aiutano a capire l’importanza dell’accudire te stessa, di sintonizzarti sui tuoi reali bisogni e di accettare i momenti  “attivi” e “ricettivi” che si susseguono al tuo interno.

Prenditi allora un po’ di tempo da passare in un luogo tranquillo, lontano da distrazioni e confusione, e inizia a riflettere sui parallelismi tra la tua vita e le fasi descritte qui di seguito e su come dare avvio ai cambiamenti che ritieni necessari:

  1. ENTRARE: Disponiti allo sguardo interiore. Prima di tutto, per accedere al tuo Giardino Interiore, è necessario trovare il coraggio di varcare la Soglia. Si tratta, quindi, di disporti allo “sguardo interiore” e di scendere dentro te stessa per potere, concretamente, mettere ordine in ciò che percepisci non funzionare più nella tua vita.
  2. OSSERVARE: Riconosci cosa è cresciuto nel tuo Giardino. Una volta entrata, è di vitale importanza osservare quello che, consapevolmente o meno, hai lasciato crescere. Senza paura e senza giudicarti, ma con totale onestà verso te stessa, devi prendere coscienza di ciò che c’è o non c’è nel tuo Giardino.
  3. VALUTARE: Capisci cosa ti nutre veramente. Dopo aver visto come si presenta il tuo Giardino, devi focalizzarti sul separare il superfluo e il nocivo da ciò che, invece, risulta per te stessa indispensabile e benefico. Cosa mi nutre veramente?, questa la domanda guida su cui fare affidamento.
  4. RIPULIRE: Dai inizio al processo di pulizia interiore. Fatta la dovuta selezione, arriva il momento di passare all’azione. Devi, quindi, dare inizio alla “pulizia interiore” per sradicare ciò che non vuoi e riassestare, nel caso ce ne fosse bisogno, ciò che è già presente ma che hai trascurato o sottovalutato.
  5. ARARE: Elabora i tuoi vissuti. Come avviene per qualsiasi altro terreno, anche il tuo terreno interiore va preparato a ricevere nuova vita. Questa è la fase in cui “digerire” e “metabolizzare” il lavoro compiuto finora. Devi permettere alle ferite di rimarginare e di cicatrizzare e, per proseguire bene il cammino, hai bisogno di ricaricarti di energia.
  6. SCEGLIERE: Decidi quali nuovi progetti far partire. Dopo la necessaria pausa di riflessione, è fondamentale porti alcune domande chiave. Cosa voglio? Perché lo voglio? Come lo voglio?, questi gli interrogativi a cui dare risposta. Si tratta, perciò, di “dare voce” a bisogni, sogni, progetti che hai lasciato sepolti dentro di te. Chiarezza di idee e volontà salda dovranno essere la bussola da seguire per poter procedere nella direzione prescelta.
  7. SEMINARE: Inizia a concretizzare i necessari cambiamenti. Chiariti i tuoi propositi, dovrai passare nuovamente all’azione per piantare il nuovo. Per ognuna, chiaramente, il “nuovo” assumerà forme diverse: impegnarsi in una nuova attività, decidere di assumere un diverso atteggiamento, chiudere un rapporto, cambiare lavoro, modificare uno schema di pensiero… Il cosa non ha importanza, ma assolutamente lucida deve essere la visione interiore che ti guida.
  8. ACCUDIRE: Veglia con premura e pazienza la crescita dei tuoi progetti. Così come una pianta non cresce dall’oggi al domani, allo stesso modo, ciò che hai seminato necessita del suo tempo per crescere e mettere radici nella tua vita. Questo è il momento della cura in cui, con pazienza e costanza, nutri il nuovo nella piena fiducia che quanto seminato darà i suoi frutti.
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